Alle pendici del Monte Terminio, abbracciata dai Picentini, si adagia Volturara Irpina. Affaccia su una suggestiva piana, importantissimo bacino idrografico, le cui acque convergono in un inghiottitoio carsico denominato “Bocca del Dragone”, luogo di bellezza, storia a leggenda.
Il comune di Volturara Irpina è situato alle pendici del Monte Terminio, in una straordinaria conca naturale. Conta 3.183 abitanti, situato a 667 metri sul livello del mare ed a 23 km da Avellino.
Il territorio si estende per 32,42 km² ed i comuni confinanti sono: Castelvetere sul Calore, Chiusano di San Domenico, Montella, Montemarano, Salza Irpina, Santo Stefano del Sole, Serino e Sorbo Serpico.
L’ etimologia del nome sembrerebbe provenire dall’originaria base etrusca vel- “altura”, ma anche da Utur che significa nell’osco-sannitico acqua stagnante, con il suffisso latino “ali” diventa acquitrino. Gli abitanti sono detti volturaresi e San Nicola di Bari è il loro patrono.
Aleggia un’antica leggenda sulla Bocca del Dragone. Si narra che un drago a tre teste, particolarmente temibile ed irascibile, fosse rinchiuso in una grotta a custodia di un prezioso tesoro. Un giorno però un coraggioso Principe di nome Gesio decise di affrontare questo drago che incuteva timore agli abitanti e con la sua spada riuscì ad ucciderlo. Il drago sprofondò nelle viscere della terra creando tre buche scavate dalle tre teste dove ancora oggi si possono vedere le voragini. Ed è così che nacque l’inghiottitoio naturale chiamato Bocca del Dragone.
Il 31 agosto 1936 ci furono le Grandi Manovre nella Piana del Dragone: sfilarono le due armate con 64mila uomini in assetto di guerra al comando del Principe Umberto di Savoia. Assistettero il Re Vittorio Emanuele III, il Duce Benito Mussolini e alte cariche dello Stato anche straniere tra cui l’ambasciatore della Germania, Ribbentrop.
La Torre Campanaria della Chiesa Madre che si trova in Piazza Roma, ha una peculiarità unica: dal terribile terremoto del 1980 è rimasta leggermente inclinata.