Non si può pensare al futuro senza l’esperienza del passato, senza conoscere, quindi, ciò che è storia, origini, tradizioni, cultura.
È proprio vero che il futuro ha un cuore antico!
È per non dimenticare e non sottovalutare la storia e i sacrifici di un popolo, tutto dedito alla civiltà contadina, che nel cuore verde dell’ Irpinia, nasce il MUSEO ETNOGRAFICO della PIANA del DRAGONE.
Ideato e realizzato dal Sig. Antonio Marra nel 1999, in collaborazione con l’associazione “Il Tiglio onlus”, il Museo e’ divenuto un interessante punto di forza non solo storico, ma anche artistico e culturale. Questa realtà è nata non solo per preservare e difendere il prezioso tempo che fu, ma anche per trasmettere ai posteri tantissimi momenti di vita semplice, genuina, irripetibile, fatta di amore per la terra e per le poche cose indispensabili alla sopravvivenza.
Grazie al contributo di molti cittadini e soprattutto grazie alle loro donazioni, il Museo conta oggi 2500 oggetti esposti su due livelli.
La sede permanente, che attualmente lo ospita, è il centro culturale (ex cinema), di proprietà comunale, in via del Teatro.
Ci si accorge subito di essere in un luogo insolito perché nell’ ampio spazio all’entrata sono disposti : un vecchio “traino” (antico carretto a due ruote) e una carbonaia ( cumulo di legno che, coperto da uno strato di terra battuta, per lenta combustione , si trasformava in carbone).
Nell’ interrato, di notevole interesse è la fedele ricostruzione dell’ ambiente domestico: la cucina con i suoi arredi e il ben noto caminetto senza tiraggio. Lì, la famiglia, novellando e filando, trascorreva gran parte del giorno.
La stanza adiacente ospita la camera da letto con il ben noto materasso di foglie di granturco che rendevano fresco il riposo. L’ imponente letto, al centro della camera, è molto alto perché, fungendo da deposito, conservava: patate, noci, fagioli,, trappole per topi e…….orinali.
A rendere ancora più suggestivo l’ ambiente sono gli attrezzi agricoli realizzati quasi sempre a mano dagli stessi contadini. Gli utensili, ben disposti al muro, ma inanimati, sembra che, per godersi un meritato e tanto atteso riposo, abbiano smesso di scandire la vita di ogni giorno. In realtà essi regalano tante emozioni e tanti ricordi sia a chi non è più tanto giovane, sia a chi non li ha mai visti, né pensati perché figli del progresso.
Un intero piano è stato poi dedicato ai mestieri di un tempo e sono stati riprodotti puntualmente gli angoli artigianali del sarto, del barbiere, del calzolaio, del sellaio e del boscaiolo.
Nell’ala sud dell’edificio troviamo, a pian terreno adiacente al museo, un’ampia sala di intrattenimento che può accogliere i visitatori più esigenti. La visita guidata al Museo si rivelerà sicuramente un’esperienza unica e coinvolgente.
Buon viaggio nel tempo!
Fonte: tesi di laurea: “Museo etnografico della Piana del Dragone. Cultura e turismo” di Luisa Calabrese.